L’elettronica e l’idraulica al servizio della diagnosi iniettori.
La vettura non sta in moto in maniera troppo elegante, non ha un regime motore regolare, specie a freddo, si sospetta che gli iniettori non siano più performanti come lo erano tempo addietro. Come fare ad indagare sul problema? Troppo comodo fare affidamento sull’autodiagnosi per individuare uno o più iniettori che lavorano “fuori tolleranza”, e troppo comodo anche (forse non per le tasche) affidarsi ad un banco prova iniettori.
Qualora non si possa fare affidamento ad una strumentazione diagnostica che dia indicazioni sui tempi di iniezione e sulle cosiddette “compensazioni”, risulta comodo procedere per vie parallele, una delle quali, piuttosto innovativa, è quella che andiamo a presentare.
Il caso esemplare, che andiamo ad analizzare, è rappresentato dalla vettura i cui dettagli sono di seguito specificati:
Modello ALFA ROMEO 147
Motorizzazione 1.9 JTD 16v
Potenza 150 CV
Codice motore 937A5000
Anno 2006
Chilometri 324.000
Il veicolo in questione presentava una leggera deviazione rispetto ad un regime regolare, riscontrabile a livello auditivo.
Visto il chilometraggio “importante”, è stato deciso di analizzare il lavoro degli iniettori dal punto di vista della quantità di gasolio iniettata e della “qualità” dell’iniezione, nonché del recupero degli iniettori.
Si è quindi deciso di far uso di un trasduttore di pressione per uso automotive, mediante il quale è possibile misurare sia le pressioni di un gas, che quelle di un fluido.
Il trasduttore, dopo essere stato settato per misurare un range di pressioni dell’ordine del bar, è stato collegato in parallelo (o “collegamento a T”, che dir si voglia). Si ricorda che, a parte alcuni casi particolari, la pressione del circuito di ritorno gasolio è di qualche frazione di bar.
Il collegamento è stato effettuato come raffigurato.

Collegamento idraulico trasduttore di pressione sul ramo del ritorno iniettori ritorno iniettori, dettaglio
Il trasduttore è stato collegato in maniera tale da poter misurare l’andamento della pressione sul circuito di ritorno del gasolio, ma senza interferire. Appunto, in parallelo.
Andando ad effettuare la misura, notiamo fin da subito che gli andamenti dei recuperi sui quattro iniettori hanno caratteristiche ben differenti. Vediamo in dettaglio.
La schermata che segue mostra in verde il comando in corrente dell’iniettore 1, prelevato con pinza amperometrica (assorbimento max circa 19A), e in blu l’andamento della pressione sul circuito di ritorno del gasolio. Il comando dell’iniettore è stato prelevato solamente per individuare il periodo di tempo che intercorre tra una iniezione e la successiva, all’interno del quale ci sono per forza di cose (non visibili sull’oscillogramma), anche le iniezioni degli altri tre iniettori.
La schermata precedente non è particolarmente interessante, ma se si effettua lo zoom su un periodo di tempo tra due iniezioni successive, appare evidente l’utilità di questo test.
Infatti nella schermata sottostante è possibile vedere come la pressione sul circuito di ritorno si comporti differentemente al variare dell’iniettore comandato. In corrispondenza dell’iniettore 4 si ha un andamento fortemente instabile e altalenante della pressione, indice di un’incipiente problematica all’iniettore stesso.
Per quanto riguarda gli altri iniettori si può dire che il primo e il secondo lavorano piuttosto bilanciati, il terzo anche, ma con un comportamento meno pulito.
A riprova di questo test riportiamo anche la schermata di autodiagnosi relativa alle compensazioni e la prova dei recuperi degli iniettori, eseguita a motore caldo, lasciandolo girare per un paio di minuti.
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