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Iniettori piezoelettrici Siemens: parte 2

Grazie all’utilizzo di un oscilloscopio applicato ai capi dell’iniettore è possibile visualizzare le forme d’onda relative all’attivazione di questo componente da parte della centralina.
Lo strumento è stato settato con una base dei tempi pari a 500 µsec/div ed una scala dei Volt pari a 50 Volt/div (in volt, non in ampere).
La prima immagine mostra un segnale composto da due impulsi; tale rilevamento è stato effettuato con il motore termicamente regimato e funzionante al regime minimo.
I due impulsi rappresentano, in sequenza da sinistra a destra, la pre-iniezione e l’iniezione di potenza:

Figura 3

 

L’immagine che segue è stata prelevata con lo stesso metodo della precedente.
Com’è possibile vedere l’impulso è solamente uno; tale rilevamento è stato effettuato con il motore termicamente regimato e funzionante ad un regime superiore ai 3000 giri/min.
L’immagine rende evidente come il numero di iniezioni è passato da due ad una solamente. La metodologia di prova (funzionamento a vuoto del motore) non ha fatto rilevare post-iniezioni o un numero maggiore di pre-iniezioni.

Figura 4

Nella spiegazione del funzionamento del materiale piezoelettrico si è detto che, una volta deformato a seguito di un comando elettrico, il materiale rimane nella posizione assunta fino a che non venga dato un comando elettrico avente la polarità inversa rispetto al primo. Analizzando l’andamento degli impulsi elettrici sotto l’aspetto dei volt, questa inversione di polarità non viene rilevata. Mentre se si va ad analizzare l’andamento della corrente di comando, è possibile visualizzare questa inversione di polarità che si ha quando la centralina decide di chiudere l’iniettore.
L’immagine che segue mostra la relazione tra l’impulso di comando visualizzato in tensione (segnale sotto) e l’andamento della corrente (segnale sopra). Com’è possibile vedere la corrente assume tre andamenti: nel primo positivo cioè quando l’iniettore viene comandato ad aprirsi; nel secondo la corrente è quasi pari a zero (l’iniettore rimane aperto) e nel terzo, in cui la corrente assume valori negativi, (la chiusura dell’iniettore, figura 5).

Figura 5

Nota
Al fine di rilevare la corrente di comando, lo strumento deve essere collegato ad una pinza amperometrica, la quale ha il compito di convertire in Volt la corrente che passa in un filo dell’iniettore (indifferentemente nel filo positivo o nel filo negativo).
La pinza amperometrica utilizzata in questo caso era impostata con un fattore di conversione di 10 mV/A, cioè un Ampere che fluisce nel filo fornisce in uscita 10 mV.
L’oscilloscopio è stato regolato con una base dei tempi pari a 100 µsec/div, ed una scala dei volt pari a 50 Volt/div per il canale A (comando in tensione) e 50 mVolt/div per il canale B (andamento della corrente).

Per completezza di informazione si evidenziano i codici che troviamo sulla testa degli iniettori (Figura 6):

Figura 6

Molto importante è il codice IIC (Injector individual correction: valore di correzione specifico per iniettore) a 6 cifre. In caso di sostituzione di uno più iniettori, il relativo codice per ciascun di essi va inserito alla voce “riprogrammazione valori di correzione iniettori” dello strumento diagnostico che supporti tale funzione.

 

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