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Interpretare le specifiche dei lubrificanti ed avere dimistichezza con le sigle di ACEA, API e SAE.

Per lubrificante si intende una miscela di una sostanza specifica e relativi additivi che consente lalubrificazione degli organi meccanici, proteggendo dall’usura, riducendo l’attrito tra le parti, raffreddando i meccanismi ed evitando la formazione di depositi. La sostanza più conosciuta è l’olio lubrificante.
La scelta di un lubrificante è di fondamentale importanza, e va effettuata in base alle specifiche che li contraddistinguono.
Una classe di specifiche è definita dalla SAE (Society of Automotive Engineers), cioè dall’ Associazione Americana degli Ingegneri Automobilistici, e serve per identificare gli oli per motori e cambi nei diversi intervalli di temperatura.
La specifica è composta da una sigla che da indicazione sulla viscosità dell’olio in condizioni specifiche, dove per viscosità si intende la misura della resistenza di scorrimento dell’olio, corrispondente anche all’attrito generato da esso e quindi la capacità di essere fluido a diverse temperature, e che viene misurata in cP, ossia centiPoise (corrispondente ad 1 millipascal al secondo) Ad esempio, la specifica SAE 10W/40 identificherà con la sigla 10W il grado di viscosità alle basse temperature (W, Winter cioè inverno in inglese), e con il n° 40 indicherà la viscosità alle alte temperature (+100°C).
Secondo tale specifica, gli oli possono essere distinti in:
Monogrado: es. SAE 10W olio invernale.
Multigrado: es. SAE 15W/50 per utilizzo in tutte le stagioni con due diverse specifiche di viscosità.

Un’altra classificazione è definita dall’API (American Petroleum Institute), che in collaborazione con la SAE e l’ASTM ha creato un sistema di classificazione degli oli che nel corso degli anni può essere ampliato senza la modifica delle classi già esistenti. Inoltre, la classificazione API tiene conto anche dei lubrificanti destinati alle trasmissioni.
Un esempio di tale classificazione può essere l’API SJ, dove S sta per motori a benzina e J rappresenta la specifica di qualità dell’olio: più è avanti la posizione della lettera nell’alfabeto e migliore è la qualità dell’olio. Altri esempi possono essere API CF-4, dove C sta per motori diesel, F rappresenta la specifica dell’olio e il n°4 sta per quattro tempi.
In totale, la classificazione prevede 4 classi di oli differenti:
•S (che sta per Service), oli per motori benzina;
•C (che sta per Commercial), oli per motori diesel;
•GL (che sta per Gear Lubrificant), oli per trasmissioni;
•M (che sta per Manual Trasmission), oli per trasmissioni manuali.

Un ulteriore classificazione è quella riferita ad ACEA (Associazione Costruttori Europea Automobili), composta da una lettera indicante la diversa tipologia di motore (“A” per i motori a benzina o “B” per i motori diesel dedicati al veicolo leggero) e da un numero riportante i diversi usi ed applicazioni all’interno di una determinata classe, legata a più livelli di performance. Ad esempio la specifica A1/B1 si riferisce ad oli a bassa viscosità con caratteristiche Fuel Economy, mentre A5/B5 ad oli stabili a bassa viscosità che prevedono prestazioni più elevate rispetto agli oli precedenti, sempre con caratteristiche Fuel Economy ma adatti per un utilizzo severo e con lunghi intervalli di sostituzione.
Alle classi “A” e “B” si aggiunge la classe “C” (Catalyst Compatible), con in più la richiesta di compatibilità del lubrificante con i sistemi di post-trattamento dei gas di scarico comparsi sulle vetture di ultima generazione.
Infine gli oli possono essere classificati in base alle specifiche di omologazione proprie degli stessi costruttori di autovetture, come ad esempio:

•VW 500.00+  505.00;
•Mercedes Benz 229.1 (Per motori benzina e diesel. Qualità minima richiesta ACEA A2/B2 con limiti addizionali su motore);
•Fiat 95535-S2 (Selenia K P.E., ad esempio per motori con tecnologia Multiair);

Gli oli in questione superano le specifiche dettate dal costruttore, e possono essere installati su tutte le vetture ove venga richiesta tale specifica.

 

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